L’intera linea di costa dei golfi di Napoli e Pozzuoli rappresenta uno dei principali asset della città metropolitana di Napoli, una vera e propria risorsa maresu cui fondare strategie di valorizzazione e sviluppo del territorio. Da sempre le aree costiere hanno rappresentato, non solo in Campania, i luoghi di concentrazione degli insediamenti umani, per il favore di una serie di condizioni che hanno reso, storicamente e ancora recentemente, più agevole e conveniente lo stabilirsi delle popolazioni in prossimità del mare, potendo contare su di una importante via di comunicazione e di commerci, quando non proprio di un’economia fondata proprio sulla presenza del “territorio liquido” (la pesca, il turismo balneare, ecc.).
Se lungo la costa si sono, dunque, posizionate comunità di uomini è nelle città portuali che il rapporto tra specificità di insediamenti urbani e territori posti al confine con il mare ha espresso il punto più alto, al tempo stesso, dipotenzialità di sviluppo ma anche dicriticità connesse alla tipologia di funzioni e modalità d’uso dello spazio. Soprattutto nei decenni che sono alle nostre spalle si sono manifestate molteplici problematiche legate ad una scarsa considerazione di fattori ambientali e paesistici derivanti da logiche di sfruttamento, edepauperamento, delle vocazioni e risorse territoriali a favore di politiche miopi di utilizzazioni intensive o incompatibili con la natura dei siti (industrie inquinanti, urbanizzazioni eccessive, linee ferroviarie a ridosso della linea di battaglia, ecc.) ma anche, in altri casi, per la mancanza di interventi volti alla conservazione e salvaguardia dei litorali , dei costoni in frana, per la difesa e il ripascimento delle spiagge…
Da ultimo, ancora, i profondi processi di modificazione intervenuti, da un lato per quanto riguarda le attività produttive e la localizzazione dei grandi stabilimenti manifatturieri (quelli tradizionalmente insediati dagli inizi del secolo scorso in prossimità della costa) a seguito dei fenomeni di globalizzazione, e dall’altro nella stessa organizzazione economico-funzionale e quindi spaziale delle attrezzature portuali, hanno spesso liberato aree strategiche e dall’enormevalore posizionale, reclamando progetti di trasformazione e valorizzazione conformi alle potenzialità possedute dai territori. In questo contesto si pone lo studio promosso dall’ACEN e dalla Camera di Commercio di Napoli, volto a definire un quadro di sviluppo realistico e coerente per l’ intera fascia costiera di quella che, quando è iniziato il lavoro era ancora la Provincia di Napoli, ed oggi si definisce come la città metropolitana napoletana. Lo Studio ha riguardato i 16 comuni costieri che, a partire da nord, dal confine con la provincia di Caserta, abbracciano l’intero arco dei golfi di Pozzuoli e poi di Napoli, fino alla Punta della Campanella, al confine meridionale con il territorio provinciale di Salerno.
La ricerca è stata articolata nelle tre fasi della ricostruzione del “ Quadro conoscitivo” delle trasformazioni in atto o in via di definizione progettuale, della “Lettura interpretativa” dei processi e delle opportunità di trasformazione tramite l’analisi delle potenzialità e delle criticità ed, infine, della definizione di un “ Sistema di supporto alle decisioni” per la simulazione di scenari di valorizzazione. In questo ambito sono state prodotte dellemappature volte a definire le opportunità territoriali attraverso la selezione di alcuni indicatori e la costruzione di una strategia di “ coalizioni territoriali” orientata alla implementazione di un Contratto di costa, nell’ottica della valorizzazione delle risorse endogene e di un modello di città rigenerativa.
La proposta che muove dallo studio e coerente con le tesi e i contributi fino ad ora offerti, sul tema, dall’ACEN è quella di individuare percorsi partecipativi e condivisi, a partire dai reali processi in atto sul territorio e dalla piena valorizzazione delle specificità e identità locali, per affermare, anche oltre le criticità e contraddizioni legate a modelli superati di sviluppo e crescita, nuovi paradigmi orientati ad una produttività territoriale fondata sull’idea di rigenerazione urbana, in cui la circolazione dei processi definisce l’organizzazione stessa della città, la sua economia, il suo sistema sociale e la sua governance. Determinante appare, allora, il rapporto tra il livello di articolazione funzionale ed amministrativa della nuova entità rappresentata dalla città metropolitana, con la costituzione delle Zone Omogenee e la perimetrazione delle zone ad autonomia amministrativa del Comune capoluogo , ed il conseguente superamento della individuazione dei 16 comuni costieri come realtà di riferimento territoriale . La vera sfida diventa, allora, quella di contemperare, in una nuova e propulsiva dimensione progettuale e strategica, di lungo periodo, una organizzazione spaziale, funzionale e identitaria, in grado di connettere aree costiere e retroterra di riferimento, territori omogenei e conformi come entità interne alla dimensione metropolitana e, contemporaneamente, livelli orizzontali di coordinamento, nell’ambito di politiche di sviluppo e valorizzazione, quali appunto la proposta del Contratto di Costa.
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