L’analisi del prof. Mercurio offre un quadro preciso delle criticità che affliggono il sistema della mobilità a Napoli e nell’intera area metropolitana nonché della ricaduta negativa sul PIL regionale a causa del grave rallentamento degli investimenti nel settore.
Dal punto di vista strettamente economico tale situazione si trasforma in una preoccupante diseconomia ambientale che punisce in particolare il sistema delle imprese locali creando un differenziale negativo nell’ordine di un più 2,5% rispetto al costo per la mobilità media a scala nazionale. Tale diseconomia associata ad altre, in particolare al costo del lavoro, della pubblica amministrazione, dell’accesso al credito ed ai servizi alla produzione, concorre a definire il cosiddetto “grande gap” che si traduce in un differenziale di circa un più 20% per gli investimenti industriali a sud del Garigliano . Con la logica conseguenza sulla tenuta del sistema e della sua competitività a scala nazionale ed internazionale.
In particolare, a Napoli con riferimento alla mobilità degli addetti alle attività produttive pesa in maniera significativa il tempo di accesso alle stazioni della metropolitana (calcolata fino a 30 minuti a piedi nella zona occidentale) ed al sistema autostradale (che danneggia soprattutto i residenti nei quartieri centrali). Tutto ciò si traduce ovviamente in un danno per l’azienda spesso sotto forma di clausole contrattuali relative al lavoro che quantificano il maggior costo della mobilità.
Con riferimento invece alla movimentazione delle merci in entrata ed uscita dai siti della produzione, se si calcola il “valore ombra”, ovvero la consistenza del potenziale risparmio di costo grazie alla qualità delle infrastrutture viarie e ferroviarie è stato calcolato che nell’area napoletana l’impresa rinuncia al 5% circa del suo potenziale produttivo per le difficoltà di accesso delle materie prime ed al 2% con riferimento all’output produttivo. In definitiva le criticità relative alla mobilità delle persone e delle merci concorrono in maniera significativa alla scarsa competitività delle nostre aziende. Le soluzioni sono anch’esse ben descritte nell’editoriale di Mercurio.
Resta la variabile tempo che in una fase di grande accelerazione dei processi innovativi e di globalizzazione dei mercati non fa sconti a nessuno.
© Gennaro BiondiProfessore straordinario di Economia delle aziende turistiche e Coordinatore di OMeN - Osservatorio Metropolitano di Napoli