Figlie di un intenso dibattito sorto intorno agli anni ’50 e ’60, e poi
sulla sorta degli studi della Commissione Piccinato,
le Vele costituiscono l’emblema di una stagione dell’architettura
fondata sull’utopia dell’edificio per alloggi collettivi, sul decentramento
dei pesi insediativi dal centro città, sul gigantismo dei piani di zona e
sulla grande dimensione, sul ruolo dell’architettura nella costruzione
della città moderna.
Andrebbero, qui, ripercorsi il dibattito sulle 167, il
richiamo alla tradizione autentica del Movimento Moderno,
alla definizione di nuovo “insieme urbano” in relazione a
nuovi assi di sviluppo territoriale, all’espansione, alla crescita e al
decentramento della città, ai modelli sociali ed economici che trovavano
spazio nel panorama di quegli anni a Napoli e in Italia.
Parimenti, andrebbero ripercorsi il dibattito degli anni ’80 e ’90, l’insieme delle
rivendicazioni e le denunce delle condizioni di invivibilità che hanno
animato quegli stessi anni, i primi sinceri riconoscimenti di quanto quella
utopia fosse così tanto legata a modelli urbani che,
mutando nel tempo, si sono dimostrati non in grado dicoordinare la crescita dei nuovi insediamenti urbani, senza un incisivo indirizzo
di relazione o di connessione con altre parti del territorio urbano.
Una discussione, questa, ancora oggi viva e aperta, nella quale si
registrano, dall’uno e dall’altro lato, l’opporsi di differenti
argomentazioni.
È su queste basi, e nella disamina attenta di studi, ricerche, elaborazioni
stratificatesi nel tempo, che nasce “ Re-start Scampia”, il progetto di rigenerazione urbana con
il quale il Comune di Napoli ha partecipato, classificandosi tra gli
interventi finanziati, al “
Bando per la presentazione di progetti per la predisposizione del
Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e
la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni
capoluogo di provincia
“.
Il progetto, già interessato da una quota di cofinanziamento di circa 9
milioni di euro nell’ambito del PON Metro, ha ottenuto un finanziamento di
circa 18 milioni di euro, al quale si aggiungeranno ulteriori risorse
economiche che saranno reperite dai capitoli di bilancio che formano il
Patto con la Città, sottoscritto con Presidenza del Consiglio dei Ministri
a Napoli a ottobre 2016, insieme con l’ulteriore finanziamento previsto dal
Governo per la Città Metropolitana.
L’intervento prevede la demolizione delle vele A, C, e D del lotto M e
la trasformazione della Vela B,
che sarà destinata, in una prima fase, all’abitare temporaneo e, in una
seconda fase, ad ospitare funzioni collettive, sociali e pubbliche.
Con tale proposta, elaborata insieme con i Dipartimenti di Ingegneria e
Architettura dell’Università Federico II e con i comitati e le associazioni
attive sul territorio,
si conferma la volontà dell’Amministrazione di operare incisivamente su
quelle aree di margine urbano che oggi acquisiscono, di fronte alla
dimensione della Città Metropolitana, un nuovo ruolo e una nuova
centralità urbana
. Oltre all’abbattimento delle tre Vele e alla riqualificazione della
quarta Vela, il progetto prevede la realizzazione di nuove volumetrie
residenziali, la dotazione di servizi urbani intergrati e di attrezzature
collettive (assistenza sociale, formazione scolastica, sicurezza, attività
educative), nonché la sede della nuova Città Metropolitana, interventi sul
parco di Scampia, sul sistema della mobilità e sull’edificio della
stazione.
Il piano urbanistico attuativo, che riguarderà la rigenerazione del lotto
M, del Parco e delle vie d’accesso, così come il progetto
di abbattimento delle tre Vele con contestuale recupero della quarta Vela,
saranno oggetto di specifiche gare di progettazione per consentire un
dibattito e un’ampia partecipazione pubblica alla trasformazione dell’area.