Come in altre situazioni analoghe di rigenerazione urbana
svolte con successo all’estero, Bagnoli richiede una nuovo modus operandi; più
precisamente una strategia di marketing territoriale adeguata alle
sfide di una società e di un’economia che hanno rivisto a fondo i loro
paradigmi fondamentali; tale strategia richiede due distinti approcci:
1) un processo “resource centered“, focalizzato sulla modifica
della dotazioni di risorse d’area;
2) un processo “market driven”, guidato dalle esigenze specifiche
della domanda generata dai fruitori attuali e potenziali dell’area.
Il primo processo richiede la definizione sia dell’ ampiezza dell’identità territoriale (pluri-vocazionale e
non più mono-vocazionale) sia delle relazioni dell’area con altri territori
(in una logica di collaborazione e non più di competizione).Per il secondo
processo vanno poste in essere
azioni volte ad attrarre persone e organizzazioni non presenti già
nell’area
; azioni che partono dalla segmentazione dei mercati obiettivi, quali, ad
esempio, l’ individuazione -fra le persone- dei non residenti interessati a
svolgere processi di consumo proprio in quest’area (turisti) o
l’individuazione -fra le organizzazioni- degli operatori economici da
attrarre, per realizzare nuovi investimenti produttivi.Il doppio approccio
consentirà così di rivedere l’identità della Bagnoli del XXI secolo: da
area industriale ad area urbana e produttiva eco-compatibile, integrata
alla città e all’area metropolitana di Napoli.
Un ottimo riferimento è la ricerca dell’ACEN di qualche
anno fa, nella quale veniva delineata per Napoli Ovest (Bagnoli e aree
limitrofe: Fuorigrotta, Nisida, Agnano e Pozzuoli) una nuova identità,
definita “Napoli 3.0”, ossia un territorio di oltre 100.000 abitanti,
attrattore delle fasce giovanili della popolazione e di tutto ciò che è
nuovo: nuovi insediamenti produttivi (start-up, imprese creative, nuovi
format di terziario per il tempo libero, diverse espressioni dell’industria
della conoscenza, la produzione e l’uso di energie alternative, reti di
incubatori spontanei…), nuove forme di consumo, nuove idee per la soluzione
problema dei rifiuti, nuove forme di residenza di breve, medio e lungo
periodo, ecc. È quindi urgente avviare un dialogo serrato
fra le istituzioni locali e nazionali, che compongono laCabina di Regiaistituita dal Governo, con tutti gli stakeholder d’area, per ricollocare quest’area in un
processo di sviluppo sostenibile e che la ripaghi dei
danni ambientali subiti nel corso di un secolo.