Napoli: capitale Unesco del libro

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È noto a tutti come Napoli stia vivendo un momento particolarmente felice da un punto di vista turistico. Ma andando oltre l’ovvio compiacimento, sottolineiamo un pericolo: il boom è arrivato in maniera inattesa, la Città era impreparata e il tutto sinora è stato gestito in modo spontaneistico. Se non si cambia registro si rischia di bruciare un’occasione che difficilmente si ripeterà, e cioè far sì che a Napoli il turismo diventi una componente stabile della sua economia come accade nelle altre città storiche europee. Quello che realmente occorre, che manca alla nostra città è una vera programmazione del nostro futuro turistico. Problema atavico forse ma la cui soluzione, con la esasperata concorrenzialità che la globalizzazione ci ha consegnato, non è più rinviabile.

Solo per fare un esempio, occorre programmare un limite al proliferare di B&B e fitti brevi. Nessuna contrarietà aprioristica nei confronti di queste tipologie di accoglienza, ma se è vero che il successo di Napoli è prevalentemente dovuto alle caratteristiche del suo centro storico, ancora oggi vissuto nel modo che si perpetua da secoli, snaturare il centro significherebbe privare la città di uno dei suoi attrattori principali: la sua autenticità e vitalità. E inoltre pianificare significa poter prevedere i flussi turistici, e quindi organizzare l’accoglienza. Programmare con anticipo gli eventi è la base per una loro comunicazione efficiente. Conoscere in anticipo i flussi consentirebbe agli operatori di programmare gli investimenti e di realizzare una politica tariffaria adeguata. E potrei continuare a lungo con gli esempi.

E allora chiudo con una proposta concreta. Candidiamo Napoli come Capitale Mondiale UNESCO del Libro, attorno a quella straordinaria realtà che è la biblioteca dei Girolomini tanto maltrattata recentemente e meritevole di un vero rilancio. L’esempio di Matera dimostra l’enorme ricaduta turistica che si avrebbe, a livello mondiale; non possiamo aspirare ad essere Capitale Europea della Cultura come Matera perché il titolo è assegnato fino al 2032, ma Capitale UNESCO del Libro è un titolo più nuovo e che ritengo destinato a fare scalpore e creare turismo quanto l’altro.

Ma le conseguenze positive non si fermerebbero qui perché ne beneficerebbe anche il neonato Salone del Libro napoletano, evento che nasce sotto i migliori auspici in quanto non è solo una fiera ma anzi affonda il programma nell’attualità e nella contemporaneità, nel dibattito e nelle letture speciali. Una volta radicatasi questa realtà potrebbe a sua volta davvero rappresentare un volano importante per il futuro turistico della città, come avviene da anni a Torino.

La mia è una proposta che mostra come, programmando e sviluppando in maniera attenta un progetto, si possa creare turismo in maniera duratura. Basandosi su cultura, storia, tradizione ma anche reinterpretando tutto ciò in maniera contemporanea. Sicuramente i pilastri fondanti dello sviluppo turistico della nostra città.