Un libro fresco di stampa torna sui fatti accaduti a Pontelandolfo durante il grande brigantaggio post-unitario, quando i banditi e la gente del posto catturano e poi massacrano una quarantina di militari e, in risposta, l’esercito interviene mettendo a ferro e fuoco il paese (Giancristiano Desiderio, Pontelandolfo 1861. Tutta un’altra storia, Rubbettino 2019).
Il fatto è che l’Italia è nata da pochi mesi. Il brigantaggio ne minaccia la stessa sopravvivenza. Il ceto di governo è incerto. E la linea dura del generale Cialdini non è apprezzata neanche dal premier Ricasoli.
Ma Cialdini ha ragione. La sua repressione inflessibile spingerà le comunità locali a non appoggiare più i briganti. La ribellione del Sud verrà sconfitta militarmente.
Senza dire che (documenti alla mano) le vittime della punizione di Pontelandolfo sono tredici, non le millecinquecento di cui parla Pino Aprile con una fake news che sembra fatta apposta per drammatizzare una storia già di per sè cruenta e sobillare i filoborbonici. Quelli che vogliono vendicarsi, oggi, sul busto di Cialdini.