Fiat lux

Fiat lux. Come è invecchiata male questa frase, ha perso i connotati biblici - come il resto del lessico e della quotidianità; nata messaggio di speranza e futuro, mantiene invece un connubio mal riuscito di parole che ricordano l’industria italica tradita e un linguaggio da duce, due progetti anacronistici e falliti, amare le conseguenze del primo, Fiat, molto più indigeribili le premesse del secondo, lux.

Eppure, stavolta, mai frase fu più appropriata: Fiat lux, sia fatta la luce, a Bagnoli.

È quella di Franz Cerami, che gioca con la sua arte a illuminare ciò che vuole sottolineare, di nuovo complice della città che gli ha dato i natali, si inventa di colorare ciò che resta di un’epoca d’oro, o di acciaio sarebbe forse più corretto dire, e così i capannoni dell’Italsider diventano suo personale palcoscenico.

Si inneggia alla luce, Bagnoli rinasce, ridondanza secolare, chi scherza con sacrilega ironia che a Bagnoli da accendere sarebbe meglio un cero, per chiedere la grazia per un posto che non trova pace, che paludoso affonda su sé stesso ogni ambizione, ma è ironia, dissacrante e cruda, e lo spettacolo zittisce i disillusi. Nel mentre però che si è pronti ad inaugurare l’installazione Lightning Flowers ecco che piove. A Bagnoli piove da sempre, piove anche quando non piove. Piove sulle lacrime della gente, rimano le canzoni popolari che non lasciano spazio alla fantasia e Bagnoli resta triste, come nelle canzoni di Bennato che lì ci è nato.

La pioggia è pioggia e sa di malinconia, ma in una serata di festa ci si sforza a leggerla a opportunità, come la sposa bagnata che è più fortunata, come quando piove sempre sul bagnato, e Bagnoli è bagnata sin dalle viscere del suo etimo.

È la consolazione della retorica, è propaganda, è "il cambio di paradigma" come ama titolare il nuovo Direttore del giornale cittadino, stanco di raccontare solo fallimenti, insiste sul nuovo punto di vista più positivo, manifestandosi napoletano nella voglia di riscatto, ancor più che nel cognome.

L’inaugurazione bagnata diventa, così, intimo momento, la pioggia unisce: chi ha l’ombrello, chi il cappuccio, la formalità cade con la pioggia, si va tutti sottobraccio, gita scolastica senza sovrastrutture.

C’è il Sindaco e c’è il Rettore, qualche polemico dell’ultima ora e gli industriali, c’è l’intellighenzia che a volte si dimentica di collaborare, di ripararsi insieme. La pioggia è un’ottima scusa per andare sottobraccio, una livella di già napoletana memoria che, però, prima dell’ultimo conto, dà la possibilità di essere tutti uguali, ugualmente bagnati. Si accende allora la luce, è quella di Cerami, è quella che si attende dopo la pioggia, quella che si intravede in fondo al tunnel.

Progetti concreti, fondi già stanziati, istituzioni che collaborano, privati che investono, è vero: c'è la luce a Bagnoli, terra dove possono solo nascere ancora nuove opportunità, piove sul bagnato.

Gli artisti si sa vedono prima degli altri e Cerami, pur se è sera, pur se piove, accoglie gli invitati con occhiali da sole, allora c’è da aspettarsi una stagione nuova, è primavera a Bagnoli.