Il tema della rigenerazione urbana sostenibile, a causa dell’esaurimento delle risorse energetiche e delle pessime condizioni (anche statiche) del patrimonio edilizio costruito nel dopoguerra, è questione prioritaria nelle politiche di sviluppo urbanistico volte a ridurre il consumo di nuovo territorio attraverso la densificazione di aree già urbanizzate, da tramutare in servizi e luoghi di aggregazione. La riqualificazione degli spazi pubblici, incidendo sulla qualità della vita degli abitanti e sul loro senso di appartenenza ai luoghi può contribuire a promuovere una maggiore coesione sociale: oltre agli aspetti relativi alla casa, gli interventi si devono porre l’obiettivo della riqualificazione delle infrastrutture urbanizzate e il trattamento delle tematiche sociali, economiche, ambientali. I patti di collaborazione sono uno degli strumenti con cui il Comune e le diverse amministrazioni interessate, unitamente agli altri Enti pubblici, agli investitori e ai cittadini attivi concordano tutto ciò che è necessario per la realizzazione degli interventi di cura e rigenerazione dei beni comuni. Il contenuto del patto varia in relazione al grado di complessità degli interventi concordati e della durata della collaborazione.
Il mondo è entrato, infatti, in una nuova fase di trasformazioni epocali, generata da globalizzazione, digitalizzazione e urbanizzazione che stanno modificando l’economia, la società, il quadro demografico e ambientale. Nessuna città o territorio del mondo può permettersi di non confrontarsi con questo scenario di grandi trasformazioni (che comportano grandi potenzialità, ma anche grandi rischi di squilibri), di non avere una visione del futuro e una strategia di medio periodo sulle azioni da attivare. Non è un caso che a livello internazionale, negli ultimi dieci anni le “visioni strategiche” di città e territori si siano moltiplicate, sviluppando politiche, progetti, destinando risorse, disegnandone il futuro.
In quest’ottica, a dicembre scorso abbiamo presentato il secondo dei due volumi pubblicati inerenti il primo la ricerca sulla Ricognizione e valorizzazione strategica del patrimonio in disuso sul territorio promossa dall’ACEN e finanziata dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Napoli, il secondo lo studio sulla Consistenza e tipologia del patrimonio immobiliare pubblico a Napoli e in Campania, promosso dall’ACEN e dall’ANCE Campania.
Entrambi gli studi, a cura di Bruno Discepolo e Francesco Verde, oltre ad aver coinvolto professionisti e tecnici del settore, consolidano un rapporto di collaborazione tra l’Agenzia del Demanio e l’Associazione Costruttori di Napoli nato alcuni anni fa, di cui i volumi pubblicati rappresentano un esempio di best-practice. Lo scouting degli immobili di proprietà del Demanio o ad esso affidati dalle amministrazioni locali, l’approfondimento tecnico-amministrativo per la valorizzazione o dismissione, la predisposizione di studi e analisi di fattibilità o opportunità, anche economico-finanziaria, per verificare gli strumenti attuativi per ciascun cluster di immobili, la divulgazione di metodologie e strumenti per la gestione e valorizzazione immobiliare, in particolare attraverso gli strumenti di Partenariato Pubblico Privato (es. concessione di valorizzazione), sono tutti contributi frutto della cooperazione tra l’Ente Pubblico e l’Associazione Costruttori, che promuove e finalizza il ruolo di rappresentanza della categoria edile alla creazione di un mercato delle costruzioni, aperto e concorrenziale, caratterizzato dalla competizione fra le imprese nel rispetto delle regole di trasparenza e correttezza.
Il Demanio ha proposto tra i beni passibili di dismissione quelli che più si prestassero ad un’ipotesi di valorizzazione finalizzata alla redditività sociale. Lo stesso Demanio, in fase di scelta delle proposte di valorizzazione, ha espresso il proprio parere sulle modalità di cessione dei beni più idonee all’Ente, mentre gli scenari di rifunzionalizzazione sono stati vagliati dall’ACEN tra quelli possibili in base ai vincoli urbanistici ed edilizi vigenti.
Lo studio costituisce la base di partenza per l’eventuale avvio di un processo di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico attraverso progetti pilota promossi in sinergia con il Demanio finalizzati alla ricerca delle decisioni più adeguate per la praticabilità degli interventi.
Alla base del ragionamento un assioma: il degrado va contrastato poiché rappresenta una diseconomia a tutti i livelli, sociale, economico ed ambientale, condizionando negativamente la qualità degli spazi urbani.
© Federica BrancaccioPresidente ACEN