Il governo Conte bis ha schierato 12 ministri (su 21 totali) provenienti dal Mezzogiorno ai quali si aggiunge il presidente della Camera, il napoletano Roberto Fico, confermandosi così il governo con la più alta quota – il 55 per cento - di ministri provenienti dal Centro-Sud. Tra questi, il Ministro per il Sud e la coesione territoriale Giuseppe Provenzano, giovane economista e politico siciliano, vicedirettore di Svimez, l'associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno.
Intanto, proprio le anticipazioni del rapporto Svimez 2019 rivelano l'aumento di un doppio divario: quello che separa l'Italia dall'Unione Europea e quello che denuncia e conferma l'atavica arretratezza del Sud rispetto al Centro-Nord, dopo un triennio (2015-2017) di debole ripresa del Mezzogiorno in cui la Campania è risultata – anche nel 2018 - una delle regioni più dinamiche del paese.
Serve, dunque, al netto dell’anagrafe, un governo che non ignori il Sud Italia, con il suo carico di problemi e disfunzioni. E che dia finalmente un concreto seguito al refrain che sentiamo ripetere da decenni: «Se non riparte il Sud, non riparte l'Italia». Un verso intonato l'altro giorno anche dal premier Giuseppe Conte, che però è andato oltre, annunciando un «piano straordinario per il Sud» capace di colmare finalmente il divario infrastrutturale tra le due Italie «con il potenziamento della rete ferroviaria, sia per quanto riguarda l'alta velocità sia il trasporto pubblico locale».
Con un presidente del Consiglio che dichiara «inaccettabile che nello stesso Paese coesistano la provincia a più basso tasso di povertà (Bolzano, ndr) e tre delle regioni a più alto rischio di indigenza, tutte del Sud», c'è, ancora spazio per la ripartenza del Mezzogiorno e per una modifica del Patto di stabilità con l’UE?
Che ruolo potranno giocare, in tal senso, gli strumenti e le politiche da mettere in campo, i crediti di imposta per gli investimenti e per l'acquisto di beni strumentali, gli incentivi Occupazione Sviluppo Sud, l'istituzione delle ZES, il decreto Mezzogiorno, la Banca del Sud? Quale il destino di Bagnoli e Napoli est?