Nel corso del tempo è sempre stato particolare il rapporto tra architettura e tecnologia, specie in relazione ai processi di innovazione tecnologica che, in particolar modo nella condizione contemporanea, rendono sempre più veloci i cambiamenti e le trasformazioni in atto. Quanto tali cambiamenti inducano anche una modificazione del significato stesso dell’architettura attuale e del suo carattere anche rispetto ad un passato più recente, non è facile stabilirlo. Indubbiamente la valorizzazione dei territori passa anche attraverso i processi di innovazione tecnologica investendo direttamente le politiche e le strategie di trasformazione urbana e, dunque, l’architettura. Per un verso, la sempre maggiore attenzione all’ambiente e al tema della sostenibilità ha determinato una particolare attenzione, già nella fase progettuale, al tema energetico, ai nuovi materiali, alle caratteristiche ambientali del contesto che rappresentano sempre di più i materiali di partenza del progetto architettonico. Dall’altro lato, la trasformazione digitale e l’informatizzazione sempre più estesa delle procedure progettuali e dei procedimenti costruttivi hanno prodotto nel tempo trasformazioni profonde.
BIM
Il BIM (Building Information Modeling) rappresenta ad esempio negli ultimi anni un nuovo standard operativo, consolidato a livello mondiale per tutti i comparti delle costruzioni che sta prendendo piede da qualche tempo anche nel nostro paese. Un approccio diverso e innovativo, contenuto all’interno della norma UNI 11337, definitivamente approvata alla fine dello scorso anno, che chiama tutti i soggetti, pubbliche amministrazioni, investitori, imprese e progettisti ad operare in modo collaborativo affinché il processo costruttivo sia governato in modo chiaro e lineare, attraverso un modello di simulazione che è capace di verificare la qualità, la fattibilità, la performance, l’impatto ed i costi di realizzazione e gestione dell’opera. Una nuova disciplina operativa che consente una migliore organizzazione e programmazione del lavoro con una gestione dei progetti con minori rischi, maggiore qualità e capacità di coordinamento e collaborazione.
La Stazione dell’Alta Velocità di Afragola
Un esempio magistrale di quello che significa oggi sul nostro territorio il rapporto virtuoso tra architettura e innovazione tecnologica, può essere rappresentato dalla nuova Stazione dell’Alta Velocità in fase di realizzazione ad Afragola e che dovrebbe essere inaugurata nel maggio di quest’anno. Esito di un concorso internazionale di progettazione del 2003, la stazione è stata progettata da Zaha Hadid, l’architetto anglo-irachena scomparsa lo scorso anno, autrice di numerose e importanti opere di architettura in tutto il mondo. Sua è la Stazione Marittima di Salerno inaugurata da pochi mesi. La creazione di uno spazio fluido che ricerca nel movimento la sua dimensione ideale è la cifra connotativa dell’architettura di Hadid che, partendo dai suprematisti russi e passando per il decostruttivismo contemporaneo, trova nella Stazione di Afragola la sua più chiara espressione. Un enorme animale architettonico in cemento, ferro e vetro che si adagia plasticamente sul territorio proponendo un nuovo paesaggio. Un’architettura innovativa non solo per forza espressiva, ma anche per un nuovo approccio progettuale, denominato parametricismo urbano che la Hadid comincia ad utilizzare negli anni 2000. Una progettazione digitale che non rappresenta un ausilio più rapido e integrato alle procedure di progettazione, ma una vera e propriatrasformazione espressiva del pensiero progettuale, un metodo che dilata le possibilità di immaginare inedite morfologie architettoniche e soluzioni spaziali, proponendo nuove frontiere per l’architettura contemporanea.